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Intervista a Giuseppe Montalbano


7 novembre 2012

L'Appello.

Più di un italiano su tre, tra i 18 e i 24 anni, è senza lavoro, e negli ultimi 5 anni sono stati persi 1,5 milioni di posti di lavoro tra gli under 35. La disoccupazione giovanile cresce tre volte più velocemente di quella complessiva, con picchi che superano il 50% per le donne nel Mezzogiorno. I pochi che lavorano, se non sono in nero, sono costretti a destreggiarsi tra i vari contratti precari, senza alcuna tutela da parte del sistema di welfare, senza alcuna protezione contro discriminazioni e licenziamenti arbitrari, senza alcuna possibilità di costruirsi autonomamente un percorso di vita dignitoso. Le disparità tra i generi vengono ampliate da una precarietà che è generalizzata, ma da cui le donne escono più difficilmente. Al paradosso di un Paese che ha pochissimi laureati, e non riesce a dare un lavoro neanche a quei pochi, si risponde chiudendo sempre di più l’accesso al sapere ed espellendo un numero sempre crescente di studenti dai luoghi della formazione con tagli e aumenti delle tasse.

Politici, editorialisti, imprenditori ci dicono che precarietà e disoccupazione giovanile sono un dramma, quasi non fossero le conseguenze di scelte politiche condivise, mirate a scaricare su noi tutti le contraddizioni del nostro sistema economico e i costi della crisi.

La politica continua a rifiutare di assumersi le proprie responsabilità, ed emblema di ciò è la recente riforma del mercato del lavoro che – nonostante le false promesse – non ha dato alcuna risposta concreta a tale situazione.

"Dobbiamo adattarci. Dobbiamo capire. Dobbiamo sacrificarci." A chiedercelo è una classe dirigente fatta in gran parte di corrotti e incapaci, che ha distrutto il tessuto economico, ambientale e civile del Paese, lasciandoci solo le macerie.


PER SAPERNE DI PIU' : www.vogliorestare.it/

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