IL CASO CHEVRON-TEXACO
Arriva all'Università Sapienza di Roma
14 novembre 2013
Conferenza sul caso "Chevron-Texaco" con la ministra del'Ecuador Alba Coello e l'economista italiano Luciano Vasapollo all'Università di Roma La Sapienza. E' giunto al termine il braccio di ferro tra il governo ecuadoriano e la multinazionale del petrolio Chevron. Poche ore fa la più alta istanza giudiziaria del paese latinoamericano, la Corte nazionale di giustizia, ha confermato in via definitiva la condanna del colosso petrolifero statunitense accusato di aver inquinato una parte importante dell’Amazzonia ecuadoriana.
Ma l’alto tribunale ha di fatto dimezzato la multa inflitta alla multinazionale da una corte provinciale di Sucumbios nel 2011, portandola a 9,511 miliardi di dollari. La corte del nord del paese aveva giudicato la Chevron colpevole per danni ambientali arrecati tra il 1972 e il 1990 dalla Texaco, acquisita nel 2001 dal nuovo colosso. Una condanna che, confermata in secondo grado, aveva elevato l’ammenda fino a 19 miliardi di dollari, a causa dl rifiuto della compagnia di “porgere pubbliche scuse alle vittime”, come disposto dal tribunale.
Per Juan Pablo Saenz, uno degli avvocati dei circa 30.000 abitanti della regione amazzonica che hanno sofferto le conseguenze dell’inquinamento, “si tratta di una vittoria incompleta, poiché la giustizia ha annullato la metà della multa precedente”.
L'iter giudiziario non si è concluso interamente con la decisione di ieri. Il caso arriverà a dicembre alla Corte di giustizia dell’Aia. Chevron si è finora rifiutata infatti di pagare l’ammenda, sostenendo che la responsabilità dell’inquinamento e quindi di risarcire i danni provocati sia da attribuire all’azienda petrolifera statale Petroecuador. §
Il ministro degli Esteri di Quito, Ricardo Patiño, ha avvertito che se la Corte dell’Aia si dovesse pronunciare a favore della multinazionale statunitense – come del resto ha già fatto a settembre un tribunale di arbitraggio della stessa Corte – l’Ecuador non riuscirebbe a pagare la multa senza rischiare il fallimento.
Per ulteriori info :
intervista e riprese di Roberto Pietrucci
montaggio di Simone Bucci
(1776)