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La relazione di Studio Acta sulla conferenza di presentazione onA.I.R.

La relazione di Studio Acta sulla conferenza di presentazione onA.I.R.

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Il 12 settembre, nella sala convegni di Palazzo Marini a Roma, si è svolta una Conferenza stampa nel corso della quale il direttivo dell’Associazione onA.I.R. ha presentato l’attività della stessa e, in particolare, il progetto “OltreSuoni”.

Non entro nei dettagli dello stesso che sono stati ampiamente illustrati dal direttivo nei comunicati stampa e nelle comunicazioni diffuse in rete, né mi soffermo sull’analisi degli altri ambiziosi obiettivi che il direttivo della neo costituita Associazione si è posta. Vorrei soltanto evidenziare alcuni aspetti che mi hanno favorevolmente colpito e che ritengo dover sottolineare perché fortemente significativi e strategici, anche per le sinergie che si potranno attivare con l’Accademia “Giuseppe Aliprandi-Flaviano Rodriguez” e, più in generale, perché potranno permettere l’avvio di proficui rapporti con altri organismi, anche a livello internazionale come Intersteno.

Già dai primi documenti elaborati emergono il livello di preparazione,  l’entusiasmo, le forti motivazioni e la progettualità condivisa che hanno portato a maturare nei giovani membri dell’Associazione la consapevolezza che, allorquando vi è una chiara consapevolezza degli obiettivi da perseguire, è possibile passare dalla fase della mera riflessione teorica a quella operativa e dare concretezza a un programma di lavoro organico e partecipato, sia negli strumenti, sia nelle strategie. Inoltre l’impianto teorico è ben strutturato, che prevede una calendarizzazione degli impegni definita e la verifica dei risultati con delle valutazioni in itinere. Questi elementi devono costituire uno dei punti di forza e di credibilità di ogni intervento e fanno superare il rischio – come purtroppo spesso accade negli organismi assembleari – che i soggetti promotori di un’iniziativa, anche di rilevante spessore, disperdano energie preziose in sterili e defatiganti discussioni, talvolta fuorvianti, o in analisi astratte.  E tutto questo perché spesso si fraintende e si sovraccarica di significato il principio attorno al quale ruota tutta l’attività associativa, cioè quello di dare a tutti la possibilità di un’ampia, consapevole e democratica partecipazione alle scelte comuni.

Ebbene, fin da questi primi approcci con la realtà esterna, onA.I.R. ha saputo dimostrare concretamente che, allorquando tra gli obiettivi di un progetto vi è anche quello dell’apertura alle istanze del sociale unitamente alla determinazione di cogliere e fare propri alcuni bisogni che la società odierna non sempre chiaramente sa esprimere, il percorso intrapreso sarà contrassegnato da inevitabili ostacoli che, tuttavia, possono essere superati. La sfida diventa particolarmente impegnativa quando si tenta di dare risposte a bisogni ai quali le strutture pubbliche non sanno dare risposte qualificate, professionali e tempestive. Ma, proprio per l’impegno richiesto, tale progetto acquista maggiore credibilità verso l’esterno, si fa inoltre catalizzatore di nuove energie e, nel caso specifico, di adesione di nuovi soci: di questa capacità di aggregazione e di stimolo ne sono tangibile testimonianza le numerose  domande di ammissione a soci che in questi mesi sono pervenute all’organo direttivo. Ciò non solo da parte di giovani neolaureati, ma anche da trascrittori, stenotipisti e altri professionisti della comunicazione scritta come traduttori e interpreti che in onA.I.R. ritengono di poter trovare un riferimento preciso per affrontare temi di interesse comune. Tutto questo con l’obiettivo di perseguire un progressivo arricchimento collettivo, superando un muro di indifferenza se non, a volte, di ostilità che ha impedito di affrontare le problematiche comuni, tra le quali l’obiettivo di raggiungere un vero riconoscimento – e non solo in termini economici – della loro professionalità. onA.I.R., con la rete di soci diffusa su tutto il territorio nazionale e con i rapporti che sta instaurando con il mondo accademico e professionale e che sicuramente saprà consolidare già nel breve periodo, ha quindi tutti i requisiti per poter diventare un qualificato soggetto super partes,  in grado di valorizzare le multiformi professionalità che fanno riferimento all’elaborazione del parlato, indipendentemente dagli strumenti e dalle tecniche utilizzate.

Purtroppo, come spesso accade, anche per onA.I.R. si sono fatte sentire le prime critiche. Com’è stato messo in evidenza in una delle relazioni presentate nel corso della conferenza da Francesco Cellini, operatore dell’area giudiziaria, già nella fase  propedeutica all’avvio “sul campo” del progetto “OltreSuoni” e, più in generale, all’attività dell’Associazione, non sono mancati giudizi connotati di scetticismo verso questa “ventata di aria nuova” che, appunto faticosamente, cerca di permeare il mondo dell’elaborazione del linguaggio. Si tratta di giudizi aprioristicamente negativi, frutto della mancanza di conoscenza e, spesso, della malafede di personaggi che si contraddistinguono per una ristrettezza mentale, o quanto meno, per una visione parcellizzata della professione che non è più accettabile; questi tentativi di accendere o riaccendere sterili polemiche sulla presunta superiorità di uno strumento di lavoro o di una tecnologia rispetto ad un’altra ignorano una realtà e un principio generale sul quale tutti ormai concordano: oggi, e ancor più in futuro, non saranno soltanto gli strumenti a essere sottoposti a un processo di costante e frenetica evoluzione e conseguentemente di altrettanto rapida obsolescenza, ma sarà proprio l’atteggiamento degli operatori, la loro “forma mentis” che dovrà entrare in simbiosi con l’evoluzione tecnologica. Ogni professionista deve trovare quella malleabilità e duttilità che gli consente di adattarsi a una professionalità sottoposta a continue sollecitazioni e stimoli e che si arricchisce di nuovi contenuti. Quella della presunta superiorità di uno strumento rispetto a un altro genera unicamente sterili polemiche dannose per tutti, che tuttavia non spaventano questi giovani che sono ben consapevoli delle sfide con cui dovranno affrontarsi e, anzi, da tali critiche deriveranno nuovi stimoli.

Anche in quest’occasione – come anche nel dibattito che si è sviluppato in queste ultime settimane in rete – ho colto l’attualità di quanto hanno sempre sostenuto e dimostrato nell’attività professionale autorevoli colleghi tra i quali non posso non citare Gian Paolo Trivulzio e cioè che non è unicamente lo strumento, la tecnologia, che dà spessore e qualità al lavoro dei resocontisti, ma la preparazione culturale. La stessa è l’elemento cardine, fondante, che caratterizza e dà un forte valore aggiunto a ogni prestazione; la cultura coniugata con l’abilità nell’uso intelligente e consapevole delle tecnologie, dei più sofisticati software, permetterà di ottenere dalle stesse i migliori risultati. È questo un principio trasversale che “contamina positivamente”, in senso lato, qualsiasi attività umana. In particolare, il professionista della documentazione scritta che con il suo lavoro assume il ruolo di fedele “mediatore” tra un soggetto (la fonte della comunicazione) e un altro a cui l’informazione è destinata, deve essere consapevole che la ripresa e la trasposizione del parlato nella forma scritta richiede conoscenze trasversali, forte motivazione e tensione all’autoaggiornamento, alla formazione continua o, per usare un termine forse più attuale, al  lifelong learning.

Era tangibile, nel direttivo di onA.I.R. e nei soci presenti all’assemblea svoltasi nella mattinata presso l’Università Roma Tre, lo stesso entusiasmo che contraddistingueva quanti in passato, in ambito stenografico, si batterono con forza  per superare le diatribe tra i sistemi e le “correnti di pensiero” e le sottostanti aree di interesse economico; sono state proprio queste divisioni che hanno impedito, in anni non molto lontani, di sviluppare progetti di ampio respiro orientati al reale progresso e alla ricerca.

Al contrario, la determinazione di onA.I.R. nel perseguire gli obiettivi dell’Associazione è confermata dalla rete di contatti che già il direttivo ha attivato, sia in ambito accademico e della ricerca applicata sia tra i referenti del mondo economico, sociale e anche politico.

All’iniziativa hanno dato il loro autorevole appoggio esponenti politici che con un diretto impegno hanno contribuito a licenziare in sede parlamentare provvedimenti legislativi che potranno costituire un preciso punto di riferimento per le future azioni che onA.I.R. ha in animo di attivare sul territorio nazionale.  In ambito universitario si è aperto un nuovo orizzonte per quanti operano nell’area dell’elaborazione elettronica del parlato, ovvero del respeaking o anche della stenotipia. Ne sono una dimostrazione concreta i progetti di eccellenza attivati presso alcune Università, tra cui Roma Tre, Macerata e Parma, che hanno attivato dei corsi e dei Master post laurea inserendo l’insegnamento della sottotitolazione in differita e in tempo reale. Esperienze queste che trasferiscono sul piano della concretezza e in un ambito privilegiato il risultato degli studi e delle ricerche iniziate già nel lontano 2004 da Carlo Eugeni presso l’Università Federico II di Napoli. Il contatto e la sensibilizzazione del mondo accademico era un auspicio con il quale gli insegnanti di stenografia e dattilografia –  più sensibili ai nuovi scenari che si stavano prospettando già negli anni ’70 –  stigmatizzavano negli ordini del giorno a chiusura dei loro convegni e incontri di studio.

Un’ultima considerazione: sempre con riferimento alle indagini e agli studi in ambito accademico ho avuto modo di leggere alcuni passaggi della tesi di laurea della dott.ssa Marchionne, attuale Presidente di onA.I.R. Si tratta di un saggio molto articolato, sicuramente il contributo più recente che costituisce un preciso punto di riferimento unico nel suo genere per la qualità degli approfondimenti e delle analisi sui diversi aspetti che caratterizzano l’elaborazione del testo attraverso i software di riconoscimento del parlato. Altre tesi di laurea avevano indagato, in passato, le problematiche connesse alla documentazione scritta focalizzando l’indagine sull’attività dei resocontisti in ambito giudiziario e assembleare. In tali lavori si auspicano specifici interventi di formazione del personale addetto alla trascrizione in genere con l’obiettivo di consentire allo stesso di fornire prestazioni di elevato standard qualitativo. Tutti questi approfondimenti in ambito accademico dimostrano che si è aperta una nuova fase che contribuirà efficacemente allo sviluppo delle tecniche di ripresa del parlato: riprendono nel contempo, con rinnovato vigore, scientificità e autorevolezza, le ricerche e gli studi in ambito grafico (e stenografico) che sembravano invece destinati a rimanere patrimonio del passato. Con soddisfazione prendiamo atto che oggi giovani studiosi si stanno impegnando sulla strada della ricerca e degli studi grafici tracciata dai grandi Maestri, dagli autori dei sistemi stenografici agli studiosi come Giulietti, Aliprandi, Rodriguez. A tutti loro auguro il migliore successo.

 

Prof. Luigi Zambelli

Consigliere dell’Accademia di Scrittura e di Modalità della Comunicazione

“Giuseppe Aliprandi-Flaviano Rodriguez”

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