LA GUERRA PERMANENTE CONDIZIONA TUTTO
Il 16 gennaio 2016, nel 25° anniversario dei bombardamenti in Iraq, forze sindacali, sociali e politiche, in prima fila quelle che hanno promosso la piattaforma sociale Eurostop, hanno organizzato un giornata nazionale di mobilitazione contro la guerra, per l’annullamento delle missioni militari italiane in scenari di guerra e per il taglio delle spese militari.
Ci sono stati cortei a Roma e Milano.
Questo servizio di Libera.Tv da conto dell’appuntamento di Roma dove il corteo è partito da Piazza dell’Esquilino.
Sono passati 25 anni dai bombardamenti Usa nella prima guerra in IRAQ, il terrorismo cresce e divampa in ogni angolo del mondo ed ha ora nel Califfato addirittura un suo stato.
In questi anni la guerra ha alimentato e rafforzato il terrorismo, così come la vendita di armi e i profondi legami economici del mondo occidentale con quei paesi, come l’Arabia Saudita e la Turchia, che finanziano direttamente l’ISIS.
“La guerra, lungi dal combattere il terrorismo, sta producendo morte, distruzione e barbarie. È diventata il pretesto per minare alle fondamenta le già fragili democrazie europee ed ha come conseguenza non marginale quella di consentire ai governi europei di attaccare pesantemente il mondo del lavoro”, si legge in un comunicato Usb.
“L’Unione Europea ha assunto la gravissima decisione di sottrarre dai vincoli dell’austerità di bilancio le spese militari, togliendo così ulteriori risorse che invece dovrebbero essere investite per rilanciare e aumentare la spesa sociale ed il welfare. Costruire un carro armato è più “utile” che costruire una scuola, un ospedale o investire per il percorso formativo di un giovane: questo è il senso della decisione della UE. La stessa Unione Europea che con le sue politiche di austerità e di riduzione del debito sta producendo in molti paesi un aumento esponenziale della disoccupazione, l’attacco ai salari e alle pensioni, la cancellazione dei diritti e del lavoro buono, la privatizzazione dei servizi sociali e dei beni comuni”, prosegue Usb.
Del resto, la legge di stabilità finanziaria, approvata in Parlamento lo scorso 23 dicembre dalle forze politiche che sostengono il Governo Renzi, è la prova concreta di tutto questo: tagli alle risorse per il finanziamento delle poche forme di sostegno al reddito per i lavoratori licenziati o che perdono il lavoro per la chiusura degli impianti produttivi; aumento esponenziale della tassazione indiretta attraverso l’aumento delle tariffe per i servizi, compresi tutti i livelli di istruzione, dalla scuola materna all’università.
La stampa di regime, cioè tutta la grande informazione, ha scandalosamente censurato questa mobilitazione, perché non si ricordasse all’opinione pubblica che questa guerra devastante dura da 25 anni . “La stampa di regime ha censurato la notizia perché sta preparando l’opinione pubblica alla nuova guerra di Libia – è il commento a caldo di Giorgio Cremaschi – che vedrà direttamente impegnata l’Italia con costi e tragedie pesanti e certi. Il regime ci censura perché teme l’effetto contagio di ogni mobilitazione ed ha bisogno per sopravvivere della diffusa e continua passività e rassegnazione. Ma noi non possiamo rassegnarci alla passività, dobbiamo e vogliamo reagire ad essa perché solo la lotta costruisce la possibilita di cambiare, in questo caso di fermare il terribile e crescente massacro”.
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siamo stanco no alla guerra