LA TIM DISDICE IL CONTRATTO DI II° LIVELLO. I LAVORATORI IN PIAZZA IN TUTTA ITALIA
Senza bandiere i lavoratori della TIM e della Telecom hanno manifestato uniti per chiedere ai sindacati di difendere i loro diritti e i loro salari
Interviste a cura di Alfredo Comito LiberaRete – Libera.tv
L’azienda ha disdetto il contratto di II livello e, in prossimità del rinnovo del CCNL scaduto da oltre un anno, chiede ulteriori sacrifici ai lavoratori sul salario e sulla flessibilità oraria. I lavoratori sono contrari anche agli strumenti digitali di controllo a distanza in un settore il cui operato è già monitorato costantemente. Gli effetti del Jobs Act e la mancanza di una strategia economica in un settore importante come quello delle telecomunicazioni rende sempre più evidente come l’unico “investimento” sulla “crescita” è il costante taglio di diritti e salario per la classe lavoratrice. L’Italia, infatti, è l’unico Paese che all’atto della liberalizzazione del settore, ha optato per la vendita complessiva del servizio e della rete ad un soggetto privato costituito all’epoca dal c.d. “nocciolo duro”, un gruppo di imprenditori che ha rilevato con un prestito bancario la società pubblica e, anziché investire sulle risorse tecniche, ha suddiviso lauti utili per decenni agli azionisti spacchettando la società e vendendone i pezzi nel tempo. Oggi l’Italia ha la rete più lenta d’Europa e questo a discapito di un processo economico che va proprio nel verso opposto, digitalizzando gli archivi e rendendo sempre più veloce la comunicazione tra le persone e le aziende. I lavoratori della TIM e della Telecom hanno intrapreso iniziative autonome e unitarie riproponendo il protagonismo e la partecipazione diretta dei lavoratori per chiedere ai sindacati di agire partendo dal basso. La vertenza Telecom è molto importante nelle telecomunicazioni, poiché si rifletterà su tutto il settore e riguarderà tutti i lavoratori occupati che già soffrono per i bassi salari e le delocalizzazioni.
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