MILANO INNSE Operai in sciopero ai cancelli contro lo smontaggio dei macchinari
GLI OPERAI DELLA INNSE DIFENDONO I MACCHINARI DAVANTI AI CANCELLI
Dopo due giorni di sciopero in presidio davanti ai cancelli della fabbrica contro lo smontaggio di alcuni macchinari, l’azienda fa marcia indietro
Interviste a cura di Alfredo Comito LiberaRete – Libera.tv
Dopo due giorni di sciopero in presidio davanti ai cancelli della fabbrica, i lavoratori della INNSE sono riusciti a fermare l’azione del proprietario Camozzi tesa a smontare alcuni macchinari della fabbrica. L’azienda si è impegnata a ripartire dallo status quo antecedente l’azione di protesta degli operai. Dopo aver vinto una lunga battaglia nel 2009 per mantenere la produzione nel sito milanese consentendo all’imprenditore bresciano di avere il terreno e la fabbrica ad un costo irrisorio dal comune con la promessa di investimenti e aumento della forza lavoro, gli operai della INNSE sono stati posti in cassa integrazione a marzo del 2016 e lamentano il mancato rispetto degli impegni che Camozzi aveva assunto nel 2009 in Prefettura. L’imprenditore, infatti, si era impegnato a ristrutturare il resto del capannone e aumentare la produzione, nonché far crescere l’occupazione sino a 150 unità. Nei fatti, il numero degli operai non è cresciuto da allora e la volontà di smantellare anche le macchine più importanti non rassicura di certo gli operai della INNSE che all’epoca salirono sul carroponte e ci rimasero sino alla conclusione della vertenza in agosto, inaugurando la lunga stagione dei tetti e delle gru occupate in tutta Italia per difendere le università, i treni notte, gli ospedali, l’occupazione.
Per il momento il traffico scorre regolare in Via Rubattino, ma gli operai dicono “non è ancora finita”.
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